21/10/2020

Il pendente Yobitsugi di MariaRosa

Mi stupisce sempre come il tema Kintsugi, cioè della rottura e della sua ricomposizione, sia universale.

Forse perché tutti siamo stati feriti più o meno profondamente nella vita, a volte a livello interiore, a volte a livello fisico, più o meno gravemente.

Sulla nostra pelle portiamo cicatrici che con il tempo si rimarginano, alcune sono invisibili, altre diventano parte di noi e ci fanno cambiare aspetto.

Io ho una cicatrice sul ginocchio destro, ero bambina e mi sono ferita con una roccia in alta montagna.

Non  mi hanno messo i punti quindi la ferita si è rimarginata più lentamente ed è rimasto un ovale allungato e biancastro impresso sulla mia pelle.

Alcuni anni dopo ho incontrato un ragazzino che aveva una cicatrice molto simile nello stesso punto del ginocchio, questa piccola cosa ci ha fatto subito simpatizzare e rimanere amici per molti anni.

Osservare le reciproche cicatrici ci fa riconoscere empaticamente nell’altro, che queste siano fisiche o interiori.

Per questo sono sempre onorata quando mi chiedete di trasformare in gioiello la storia della vostra cicatrice invisibile. Per me diventa un percorso prezioso da fare assieme e anche una resa all’imprevedibilità della vita.

Questa resa si manifesta nella creazione del gioiello Kintsugi: per cui io non so mai, quando lo lavoro, come deciderà di rompersi. Spiego sempre questo processo al cliente perché fa parte del gioco: arrendersi a ciò che è.

Incastonatura dell’opale nel pendente.
Incastonatura dell’opale nel pendente.

Oggi vi racconto una storia di un gioiello Kintsugi un pò particolare, è una storia di Yobitsugi.

Lo Yobitsugi, nella tecnica giapponese tradizionale di riparazione della ceramica, è quando si perde un pezzo della ciotola  di ceramica che si intende restaurare e al suo posto si inserisce un pezzo di un’altro materiale ( che può essere altra ceramica o vetro ad esempio). 

Volendo mantenere il parallelo tra la tecnica di riparazione della ceramica e i miei gioielli vi sto per raccontare la storia del mio primo gioiello Yobitsugi.

E’ la storia di Maria Rosa e del suo opale regalatole da una persona molto speciale parecchi anni fa. Questo opale, che viene direttamente dall’Australia, aveva una montatura che non le piaceva e per questo motivo non l’aveva mai indossato. Ma avrebbe voluto farlo perché è molto affezionata alla persona che glielo ha regalato e che ora si trova distante da lei.

Quando ha visto Kintsugi non ha avuto dubbi che oggi il suo opale potesse prendere spazio fra l’argento e i fili d’oro, a creare un piccolo altare prezioso intorno alla pietra. Magia dello Yobitsugi : l’opale ha riempito il posto mancante nella ricomposizione Kintsugi.

Maria Rosa indossa il suo pendente Yobitsugi.
Maria Rosa indossa il suo pendente Yobitsugi.

Così ci siamo arrese all’ imprevedibilità della nuova creazione: davanti alla rottura e alla ricomposizione dell’argento, davanti all’oro che si scioglieva a colmare le crepe attorno all’opale.Il risultato è stato un pendente unico ed irripetibile, il pendente Yobitsugi di Maria Rosa .

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