Questo articolo di blog nasce per raccontarvi una particolare richiesta “su misura” che ho ricevuto: un gioiello per ricordare un defunto.
Questa mi ha molto colpita perché solitamente nella nostra società la morte e il lutto sono stigmatizzati ed evitati.
Mi sono incuriosita anche rispetto a tutta quella che è la tradizione dei gioielli da lutto e ho approfondito l’argomento così vi presento una breve digressione storica sul gioiello “memento mori”.
I gioielli da lutto si diffusero dal 1400 in Europa con lo scopo di indossare qualcosa per ricordare i parenti e gli amici morti .
Potevano essere fiocchi neri a simbolizzare il legame eterno d’affetto con il parente deceduto o gioielli dal gusto più macabro come bracciali, pendenti e collane intessute con i capelli del defunto. Un’ ampia selezione di questi monili si possono visionare al Victoria & Albert Museum a Londra.
Fu proprio la regina Vittoria durante il diciassettesimo secolo a trasformare il monile da lutto in una vera e propria moda dopo la morte del suo amato marito Alberto di Sassonia.
Le altre iconografie utilizzate in questo periodo sono: le miniature con il volto del caro scomparso, la raffigurazione di occhi e i gioielli con pietre nere, soprattutto il giaietto che era facilmente reperibile in Inghilterra.
A queste si aggiunge l’utilizzo del teschio come massima espressione del memento mori. Ricordo ad esempio, oltre agli anelli con teschio e nome del defunto, di aver visto in un libro di gioielli antichi un ciondolo tedesco composto di ossa e teschio che portava l’inscrizione “qui giaccio e ti aspetto” che mi è rimasto molto impresso per la crudezza di questa frase.
Il gusto del gioiello memento mori in senso macabro è andato totalmente perduto ma ancora oggi si usa indossare i gioielli avuti in eredità in ricordo delle persone che ce li hanno lasciati…ma quello che mi ha chiesto Beatrice è qualcosa di più, è un gioiello che le ricordi suo marito, morto da poco ed in maniera inaspettata.
Pensava a una collana, qualcosa da tenere sempre addosso con l’iniziale del nome del marito che è R. Entrata in bottega è rimasta subito colpita dalla runa Raido che raffigura la stessa iniziale e quando vi si è avvicinata per guardarla meglio questa è caduta dall’espositore…poi le ho detto il significato e si è convinta fosse proprio la cosa giusta.
Raido infatti è la runa che presiede il viaggio nel senso spirituale e quindi anche il viaggio nell’Aldilà.
La collana è stata studiata perché fosse originale ma al contempo facilmente indossabile tutti i giorni, la centralità è data da R che è al contempo runa e iniziale, il motivo detto “a greca” del collier si adatta perfettamente al collo.
Il tutto è stato rigorosamente lavorato a mano in argento 925 utilizzando diverse tecniche orafe: la cera persa per i moduli della collana e “fuoco e martello” per il centrale.
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